Il Ristorante de "La Pieve Vecchia" occupa la struttura e l'area nella quale tra il V e il VI secolo fu eretta la pieve paleocristiana di Sant'Antimo.
Si tratta dunque di un insieme architettonico antico, il cui fascino è rimasto invariato nei secoli per questa sua origine così prestigiosa.
Essa ha sempre conservato il nome di Pieve Vecchia, anche dopo che , attorno al secolo XI, la chiesa di Sant'Antimo fu trasferita per motivi di sicurezza sulla collina al di là della strada che collega Monterchi e Città di Castello, dove è ancora visibile.
L'edificio fu da quel momento utilizzato come struttura aggregata per l'amministrazione dei "tenimenti" che Sant'Antimo possedeva tutto attorno, ma anche come foresteria.
Tutto questo accadde sin dagli inizi del Seicento, quando la Pieve Vecchia e i terreni di pertinenza furono destinati prevalentemente ad attività agricole.
Per la sua collocazione al confine tra la Toscana e lo stato del Papa, lungo una strada importante come quella che collega Arezzo e Città di Castello, la Pieve Vecchia è stata nei secoli un sicuro punto di riferimento per tutti coloro che vi passarono di fronte.
Pellegrini, personaggi delle diplomazie dei potentati medievali e delle corti rinascimentali dell'Italia Centrale, condottieri e gente di ogni risma trovarono sicuri approdi lungo questo tragitto breve e comodo che scorre tra questo estremo lembo orientale della Toscana, l'Umbria settentrionale e le Marche.
Il Ristorante de "Pieve Vecchia" inizia dunque la sua attività evocando tali memorie, che si rifanno ad una storia illustre e impreziosita dai segni di laboriosità e di ospitalità di questa terra altotiberina.
... e poi caro amico quando vorrai tornare al mondo e ristorarti dopo il lungo cammino,
vai, alla Pieve Vecchia, antico luogo, dove, anche se arrivi tardi, sempre ti si apparecchia.
Urbino, 19 Maggio 1858
da una lettera di un viaggiatore del sec. XI